giovedì 5 giugno 2008

Tutta colpa della scuola

In questi giorni sto piano piano rientrando nell'ottica dello studio. Inizialmente ero davvero contrariata all'idea. Ho trascorso quasi la mia intera vita dando allo studio la priorità su tutto. Quando mi concedevo un po' di svago la frase "nooo devo studiare" veniva sempre gridata dalla mia coscienza. Dopo la laurea ho sostenuto altri esami, ma con più tranquillità e ho fatto molta fatica a sgombrare il mio cervello da quel richiamo. Quando dopo una giornata di lavoro e di piccole faccende domestiche mi sdraiavo sul divano a vedere un film o a leggere un libro, quando mi concedevo una pennichella, quando navigavo di pali in frasca su internet mi sentivo in colpa e subito la mia testolina mi richiamava allo studio. Ho fatto fatica ad abituarmi all'idea di libertà... e ora invece devo riadattarmi a quel ragionamento astruso che rimanda il piacere al dovere.
Fortunamente sto superando questa fase e sto riacquistando anche il senso di sfida e di desiderio di sapere che si ricava dallo studio. Credo che questo stia avvenendo soprattutto per tre motivi:
1) il mio lavoro mi piace sempre di più e non vedo l'ora di crescere professionalmente
2) mi sono rassegnata all'idea
3) ho scoperto la Biologia.
Il punto 3 è degno di nota in quanto trovo davvero questa materia affascinante (confermo invece il mio orrore per Fisica).
Ieri sera riflettevo sul fatto che purtroppo le scelte di vita degli alunni sono quasi totalmente causate dai loro professori del liceo o delle superiori. Io ho fatto il liceo classico, ho studiato molto greco, molto latino, tanta letteratura, storia ma anche e forse soprattutto materie scientifiche. I miei insegnanti di queste ultime non sono stati in grado di farmele minimamente amare!!! Ho avuto al contrario un professore favoloso di greco e latino che nelle sue lezioni spaziava su tutte le materie compresa la politica e il cinema, il suo modo di essere mi ha influenzata moltissimo e di conseguenza ha guidato le mie scelte... però fin da piccola oltre che dalla letteratura io sono sempre stata affascinata dalla medicina e prima di scegliere quale facoltà universitaria intraprendere mi sono ritrovata indecisa al bivio. Decisi pensando alle materie che avrei dovuto studiare...
ma la mia decisione non era pura... io non pensavo alle materie in quanto tali, ma a come erano state "servite" dai miei proff. del liceo. Oggi sono sempre più convinta che se il mio proff di "scienze" anzichè concentrarsi solo su reazioni chimiche, facendoci scoppiare il cervello, ci avesse esposto un po' meglio la biologia (che invece ignorò quasi) io sarei medico. Se la mia proff di fisica anzichè sfogare su di noi le sue frustrazioni di mancata carriera di ricercatrice (su sua ammissione) avesse cercato di coinvolgerci un po' di più nel suo amore per questa materia.... io ora magari sarei medico.
Tuttavia dico questo senza troppi rimpianti perchè a conti fatti sono felice della mia formazione culturale, lettere infatti serve a ben poco nel mondo del lavoro (diffidate da chi sostiene il contrario) ma arricchisce dentro... quindi in un certo senso è quasi "da privilegiati" frequentarla!!! Inoltre ora il destino mi ha offerto una specie di seconda chance e a maggior ragione sarebbe sciocco pensarci ancora... proviamoci
tenedo presente che la PAURA è solo una cattiva consigliera, un ostacolo alla crescita personale.

Ultima considerazione nella diatriba lettere/scienze (senza offendere nessuno). Concordo con quando ha affermato Licia Troisi (astrofisica e scrittrice fantasy) durante la presentazione delle "Ragazza drago" a Torino: chi ha studiato le materie scientifiche può succedere che nella vita si appassioni alla letteratura ed allarghi i suoi interessi e le sue conoscenze verso questi orizzonti... al contrario è molto difficile che il letterato prenda in hobby le materie scientifiche!!!" ... purtroppo è vero ... anche se forse tra un po' potrò dire che non è il mio caso!!!

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