Titolo formato da 3 parole clou del post assemblate insieme in una frase dotata di significato.
"Persa" sta per "Maggiorana", in genovese, con tanto di foto allegata, doveva andare a rappresentare uno di quei momenti di felicità (non pochi) che si sono poi perduti in post non scritti... ma ben impressi nella mia memoria. Di foto da postare ce ne sarebbero infatti state davvero tante: i magnifici cieli tersi e panorami nitidi che ci ha offerto la tramontana in questi giorni, Genova che brillava sotto il sole, il mare blu visto da lontano, un kebab consumato sui gradini della cattedrale, i gelati, l'Expò, salire e scendere con l'ascensore di Feltrinelli, un pic nic sui prati a Villa Serra all'ombra di vetusti alberi circondata da anatrelle e cigni chiacchierando tra amici. Pietro sempre accanto, in questi momenti, che cresce, è dolce e testardo, Pietro che tiene le cose in mano, che fa dei discorsi in una lingua tutta sua, che scoppia a ridere, che ha imparato ad alzarsi da seduto, se sorretto, anche perchè seduto inizia a starci da solo. Ma torniamo alla maggiorana, anzi alla "persa", ne ho comprata un bel po', in mazzetti freschi, l'ho sfogliata e l'ho messa a seccare, senza di lei polpettoni, ripieni e crocchette perderebbero un po' di magia. Il profumo era davvero intenso, soprattutto sulle mani.
"Persa" sta per "Maggiorana", in genovese, con tanto di foto allegata, doveva andare a rappresentare uno di quei momenti di felicità (non pochi) che si sono poi perduti in post non scritti... ma ben impressi nella mia memoria. Di foto da postare ce ne sarebbero infatti state davvero tante: i magnifici cieli tersi e panorami nitidi che ci ha offerto la tramontana in questi giorni, Genova che brillava sotto il sole, il mare blu visto da lontano, un kebab consumato sui gradini della cattedrale, i gelati, l'Expò, salire e scendere con l'ascensore di Feltrinelli, un pic nic sui prati a Villa Serra all'ombra di vetusti alberi circondata da anatrelle e cigni chiacchierando tra amici. Pietro sempre accanto, in questi momenti, che cresce, è dolce e testardo, Pietro che tiene le cose in mano, che fa dei discorsi in una lingua tutta sua, che scoppia a ridere, che ha imparato ad alzarsi da seduto, se sorretto, anche perchè seduto inizia a starci da solo. Ma torniamo alla maggiorana, anzi alla "persa", ne ho comprata un bel po', in mazzetti freschi, l'ho sfogliata e l'ho messa a seccare, senza di lei polpettoni, ripieni e crocchette perderebbero un po' di magia. Il profumo era davvero intenso, soprattutto sulle mani.
Ritrovata.... ritrovata la collezione dei "manuali delle giovani marmotte" del marito, messa a prendere aria, conto di utilizzarli moltissimo per Pietro. Con il consorte abbiamo fatto anche una sorta di confronto genitoriale. Io desideravo questi libri ma mio papà non me li comprava (mio padre mi ha sommersa di libri, bastava dire pio ed erano miei, però questi si rifiutava), i suoi invece gli hanno acquistato l'intera collezione che però lui non ha mai letto. Ora , sfogliandoli in effetti, son libretti che necessitano anche di un qualche stimolo ed aiuto da parte degli adulti... e sempre sfogliandoli mi rendo conto perchè mio papà li reputasse inutili... lui è sempre stato ed è il mio manuale delle giovani marmotte vivente... ovvero quello che spiegano Qui Quo e Qua, lui me lo ha ugualmente trasmesso, passeggiando nei boschi, insegnandomi le varie qualità di flora e fauna e poi anche nelle attività creative.
...e infine la Strada... " La Strada" di Cormac McCarthy, libro divorato in questi giorni. Il suo primo pregio è proprio questo, è riuscito a catturarmi. Ultimamente tra Pietruzzo, il lavoro, le mille cose che si accumulano in casa il tempo per la lettura si sta riducendo notevolmente, anche perchè lo ammetto alla fine di due righe crollo miseramente nel mondo dei sogni. Questo romanzo non me lo ha permesso, mi ha tenuta inchiodata alle sue pagine come in una sorta di "cura Ludovico"... a palpebre ben aperte... tra l'altro su un mondo crudo e cruento. Inizialmente ne avevo sentito parlare molto bene, poi ho visto la presentazione del film (che dicono altrettanto bello???) e non mi ha convinta, però era destino che io lo dovessi leggere, così dopo essermici imbattuta da Feltrinelli, incuriosita dalle recensioni di Licia Troisi e della mia ormai cara amica Herm 79, l'ho acquistato. E' vero, si tratta di una storia cruda, cruenta, ma l'amore tra il padre e il figlio illumina perfino il buio di questa apocalisse. Alla fine ho pianto... anche se il finale in se' me l'aspettavo diverso. E' un libro schietto, che non si perde in fronzoli linguistici eppure è altamente poetico, non si perde in dialoghi melensi e patetici eppure trasuda d'amore, non si perde neppure in descrizioni intimistiche e paesaggistiche....eppure noi viviamo la storia, gli ambienti, il dolore, la paura. E' un libro che fa male, si lotta con i protagonisti e ci s'immedesima in loro, proiettati in uno scenario dove tutto è cenere, dove la natura è annientata, gli uccelli non esistono più, le mucche si sono estinte e gli alberi sono praticamente carbonizzati e cadono al suolo all'improvviso. La natura è morta eppure la si cerca ancora, perchè solo lei sa donare ancora un po' di vita... sottoforma di mela o di un bagno purificatore in un fiume, nella speranza di raggiungere il mare. Un bellissimo libro dove anche il ritrovare una lattina di cocacola da far assaggiare per la prima volta ad un figlio si riempie di un significato più grande e profondo. Io vi ho anche un po' letto un significato generazionale... i genitori narrano ai figli i miti di un mondo che però non sono mai in grado di restituirgli così come lo hanno vissuto loro... Questo mio pensiero naturalmente è personale e portato all'eccesso, ma chissà perchè, mi veniva in mente mio papà che mi racconta che lui nel rio Creto vedeva i gamberetti di fiume, nuotare in acque cristalline... mentre in quello stesso corso d'acqua io ho trovato una discarica e ho visto scorrere un liquame di schiuma bianca maleodorante. Insomma spero di non dover dire troppo a Pietro "vedi qui una volta era tutta campagna"!!! Ma al di là di questa mia stupida ironia, credo di aver vissuto così tanto queste righe sulla mia pelle proprio perchè mi sono immedesimata con il mio cucciolo, soprattutto in quegli abbracci protettivi, d'amore, e anche di "forza e coraggio". L'amore è ciò che distingue i due protagonisti dal resto del mondo, per questo sono "i portatori del fuoco"!!!! Veramente un bel romanzo, intenso e che soprattutto fa riflettere a lungo..... ora ritorno a Coe che per ora procede lento e deludente!!!!
P.S. Ignorate il template devo modificarlo.... tra una nanna di Pietro e l'altra.... quando non dormo anch'io.... o non lavoro ... o non mi dedico alla maison........ ecco magari tra un annetto ;9
...e infine la Strada... " La Strada" di Cormac McCarthy, libro divorato in questi giorni. Il suo primo pregio è proprio questo, è riuscito a catturarmi. Ultimamente tra Pietruzzo, il lavoro, le mille cose che si accumulano in casa il tempo per la lettura si sta riducendo notevolmente, anche perchè lo ammetto alla fine di due righe crollo miseramente nel mondo dei sogni. Questo romanzo non me lo ha permesso, mi ha tenuta inchiodata alle sue pagine come in una sorta di "cura Ludovico"... a palpebre ben aperte... tra l'altro su un mondo crudo e cruento. Inizialmente ne avevo sentito parlare molto bene, poi ho visto la presentazione del film (che dicono altrettanto bello???) e non mi ha convinta, però era destino che io lo dovessi leggere, così dopo essermici imbattuta da Feltrinelli, incuriosita dalle recensioni di Licia Troisi e della mia ormai cara amica Herm 79, l'ho acquistato. E' vero, si tratta di una storia cruda, cruenta, ma l'amore tra il padre e il figlio illumina perfino il buio di questa apocalisse. Alla fine ho pianto... anche se il finale in se' me l'aspettavo diverso. E' un libro schietto, che non si perde in fronzoli linguistici eppure è altamente poetico, non si perde in dialoghi melensi e patetici eppure trasuda d'amore, non si perde neppure in descrizioni intimistiche e paesaggistiche....eppure noi viviamo la storia, gli ambienti, il dolore, la paura. E' un libro che fa male, si lotta con i protagonisti e ci s'immedesima in loro, proiettati in uno scenario dove tutto è cenere, dove la natura è annientata, gli uccelli non esistono più, le mucche si sono estinte e gli alberi sono praticamente carbonizzati e cadono al suolo all'improvviso. La natura è morta eppure la si cerca ancora, perchè solo lei sa donare ancora un po' di vita... sottoforma di mela o di un bagno purificatore in un fiume, nella speranza di raggiungere il mare. Un bellissimo libro dove anche il ritrovare una lattina di cocacola da far assaggiare per la prima volta ad un figlio si riempie di un significato più grande e profondo. Io vi ho anche un po' letto un significato generazionale... i genitori narrano ai figli i miti di un mondo che però non sono mai in grado di restituirgli così come lo hanno vissuto loro... Questo mio pensiero naturalmente è personale e portato all'eccesso, ma chissà perchè, mi veniva in mente mio papà che mi racconta che lui nel rio Creto vedeva i gamberetti di fiume, nuotare in acque cristalline... mentre in quello stesso corso d'acqua io ho trovato una discarica e ho visto scorrere un liquame di schiuma bianca maleodorante. Insomma spero di non dover dire troppo a Pietro "vedi qui una volta era tutta campagna"!!! Ma al di là di questa mia stupida ironia, credo di aver vissuto così tanto queste righe sulla mia pelle proprio perchè mi sono immedesimata con il mio cucciolo, soprattutto in quegli abbracci protettivi, d'amore, e anche di "forza e coraggio". L'amore è ciò che distingue i due protagonisti dal resto del mondo, per questo sono "i portatori del fuoco"!!!! Veramente un bel romanzo, intenso e che soprattutto fa riflettere a lungo..... ora ritorno a Coe che per ora procede lento e deludente!!!!
P.S. Ignorate il template devo modificarlo.... tra una nanna di Pietro e l'altra.... quando non dormo anch'io.... o non lavoro ... o non mi dedico alla maison........ ecco magari tra un annetto ;9