Ho ultimato ieri di leggere il voluminoso tomo “Jonathan Strange & il Signor Norrel”. E’ dal 2004 che questo libro mi strizzava l’occhiolino in libreria… tuttavia sono stata a lungo scettica se comprarlo o meno. Di recente, complice l’uscita in edizione economica (per merito della TeaDue) e la recensione di Simona, mi sono convinta dell’acquisto. Inutile dire che questa lettura mi ha rapita e trascinata in regni fatati (al pari di ben tre personaggi del romanzo) … naturalmente non vorrei essere fraintesa perché la trama non è solo ambientata in luoghi magici e fantastici ma in un mondo squisitamente reale, inglese e ottocentesco. Questo “tomone” di 880 pagine, stilato dalla sua autrice (Susanna Clarke), in 12 anni di lungo lavoro, narra le vicende legate al ritorno della magia pratica in Inghilterra, vicende che ruotano intorno al rapporto (ora opportunistico, ora conflittuale, ora collaborativo) degli unici due maghi inizialmente esistenti su suolo britannico: il signor Norrel (il maestro) e Jonathan Strange (l’allievo). La trama intreccia naturalmente la vita dei due protagonisti con quella di molteplici personaggi, di cui molti realmente esistiti, come il duca di Wellington, Lord Byron, Re Giorgio III e non per ultimo Napoleone contro cui lottano grazie alla loro ars i due maghi assoldati del governo inglese. La Storia entra così prepotente, ma perfettamente incastonata, nella trama al punto che talvolta il lettore si dimentica di avere tra le mani un romanzo fantasy. Complice di questa sensazione l’uso sapiente della lingua (ironicamente) erudita e ricca di artifici lessicali ottocenteschi (rispettati nella traduzione italiana) e l’utilizzo delle note a piè di pagina (che riescono a rendere reale e colta la citazione di una leggenda). L’autrice riesce perfettamente a calarci nel clima inglese dell’epoca condendo molte scenette di humor e non mancando di satira. I personaggi non si possono non “vedere”, sono descritti perfettamente in tutte le loro sfumature psicologiche, fisiche e caratteriali, ognuno di essi, sia “buono” sia “cattivo” viene presentato con pregi e difetti… al punto che nessuno viene odiato, neppure “il gentiluomo dai capelli lanuginosi” (spietato e vizioso essere fatato). Insomma nulla manca a questa lettura, neppure la storia d’amore (che tira le orecchie ai mariti distratti)…e se la mole spaventa a rallegrarci e a riportarci all’infanzia compaiono qua e là le illustrazioni di Portia Rosenberg.
Dal libro Christopher Hampton, sceneggiatore (Le relazioni pericolose) e regista (Carrington), sta ricavandone un film… speriamo non deludente.
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