giovedì 10 gennaio 2008

Completa perdita d'identità

Con il mio lavoro ho perso me stessa, la mia identità e a questo punto devo per forza fare un giro di boa mentale, altrimenti rischio l'esaurimento nervoso! Sono diventata uno straccio. Da anni ormai mi definisco archivista (perfino nel template di questo blog), e anche segretaria dell'ufficio personale. Io ero questo, sono nata per fare questo... era il mio lavoro, lo amavo follemente!!!  Rimpiango perfino i pericolosissimi aspergilli che divoravano la carta dandogli quell'aspetto antico e quell'odore caratteristico di polvere stantia, i lunghi tragitti per raggiungere il MIO archivio, gli elenchi degli aggiornamenti effettuati stilati sul "mio" vetusto pc che faceva il rumore di una caffettiera, il peso dei fascicoli trasportati a braccio nei corridoi, le fascette decorate con il pennarello, le realtà di vita che si leggevano negli incartamenti dei dipendenti, il mettere in ordine e constatare la propria soddisfazione quando dal caos totale ogni singolo documento risultava reperibile, la lentezza degli scanner che si equilibrava alla nostra velocità nell'usarli e nel realizzare il sogno di rendere informatizzato e moderno ciò che fino ad ieri era solo solo cartaceo. Mi mancano i miei colleghi, delle persone squisite, ci chiamavano "le nostre bambine" e noi "gli zii, le sssiie e il nonno Jack"...  e continuano a chiamarci così, a mandarci messaggi invitandoci a cena e dicendo che il vuoto che abbiamo lasciato in ufficio è incolmabile. Mi manca incredibilmente la Laura, detta Luisa, la migliore collega che abbia mai avuto, perchè ha smentito la mia convinzione che colleganza e amicizia siano due fattori separati, mi mancano le nostre risate, il modo che avevamo di tirarci su, le nostre pause, la nostra perfetta collaborazione che ci faceva lavorare benissimo, organizzate, svelte e allegre, le nostre colazioni, le nostre piccole liti per sfogarci l'un l'altra che finivano sempre in un sorriso. Tutto questo mi faceva sentire viva, appagata, realizzata... e anche apprezzata. Il suono della sveglia al mattino era ricco di aspettative e alla fine vinceva piacevolmente il sonno.
Le amicizie restano tutte, per fortuna, ma per il mio bene dovrei riuscire ad archiviare tutti questi bei ricordi e cercare di elaborarne nuovi, magari ricreandomi una nuova identità. Ma non ci riesco, dentro di me una vocina grida NOOO perchè... perchè? perchè? Perchèèèèèèèè.....perchè questa società è così distruttiva e poco meritocratica?
Sono tornata alcuni giorni a fare la commessa, ho lavorato a cottimo, dieci, dodici ore continuate senza nessuna pausa, nemmeno per andare in bagno o bere un sorso d'acqua.....ma la fatica non mi spaventava... è l'acidità, l'invidia e il desiderio gratuito di nuocere di certi ambienti... che mi nauseano e alla fine mi sono licenziata.... un dejà-vu. Ho rievocato momenti orribili del mio passato lavorativo pre-archivio e ho deciso che con questa professione ho chiuso del tutto. Odio fare shopping, odio vestiti e accessori superflui come posso avere passione nel venderli? .... e poi taccheggiando ed eticchettando penso troppo e mi vedo prigioniera di un ruolo non mio....
Lo so ... sto facendo la preziosa... un ruolo antipatico e non mio...  del resto altre proposte stanno arrivando e mi sento una merda.... perchè  anche di quelle più appetibili non me ne va bene una.... e analizzandomi psicologicamente e chiedendomi il perchè, la risposta non tarda ad arrivare: perchè non sono il mio lavoro........ Ho avuto la grandissima fortuna/sfortuna di farlo il mio lavoro, per quasi tre anni, in un paradiso vivente... è normale che vi sia così ancorata... passerà anche questa fase... passerà tutto e tra non molto mi passerà anche la voglia di fare la preziosa... in fondo a che cavolo serve una laurea? E' solo carta igienica... se andavo alla coop e me la compravo facevo prima!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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