lunedì 27 febbraio 2012

La bambina di neve

"insieme al tuo interesse per la fiaba della fanciulla di neve, mi è venuto in mente il tempo che passavi da bambina a dar la caccia alle fate nei boschi vicino a casa. Ora che mi ricordo dormisti più di una notte tra quelle grandi querce, e quando la mamma ti trovava la mattina dopo tu giuravi di aver visto fate che volavano come farfalle e illuminavano la notte come lucciole. Ricordo con un po' di vergogna che noi tutti ti prendevamo in giro per il fatto che vedevi questi spiriti, ma adesso anche i miei nipoti inseguono fantasie simili, e io non li scoraggio. Alla mia veneranda età, mi rendo conto che la vita è più fantastica e terribile delle storie in cui credevamo da bambini, e che in fondo non c'è nulla di male nel percepire la magia che aleggia tra gli alberi" Ada (sorella Mabel)

Ho terminato ieri sera la lettura di questo "dolcissimo" libro che narra le vicende di una coppia, decisamente molto umana, di mezza età che ha deciso di trasferirsi  in Alaska quasi per un autoesilio punitivo. Qui i due si ritrovano per caso ad "adottare" una Bimba. Questa ragazza di nome Pruina (papà mi ha dato il nome pensando al colore della neve quando tramonta il sole... quel bagliore rosso sulle montagne dopo il tramonto) è una specie di "snegurochka" della tradizione letteraria russa e dell'Europa nord-orientale,  perché seppur reale e selvaggia è avvolta da un alone di fiabesco mistero, infatti sembra nascere e dissolversi nella neve e sembra trarre forza da essa. Il bosco e la montagna sono la sua casa e una volpe la sua compagna di caccia non addomesticata. Aspettando i suoi arrivi la coppia Jack-Mabel si adatta alla dura vita di questa terra anche grazie al provvidenziale aiuto dei simpatici vicini Esther e George con il loro figlio minore Garret che via via ci appare sempre più simile a Pruina......... Su tutta la storia fin dall'inizio incombe un'aria triste di presagio... causata prima dal ricordo e poi dalla materializzazione di un libro di favole, che il padre leggeva a Mabel da bambina , scritto in russo, ma ben chiaro per le sue belle illustrazioni. Questo libro dalla copertina azzurra il lettore arriva ad odiarlo e vorrebbe sul serio relegarlo su un alto piano di uno scaffale.... guadagnandosi un allegro happy end.
Mabel ad un certo punto si chiede "Possiamo decidere i finali che vogliamo? La gioia che vince sul dolore? Oppure il mondo crudele ci dà e ci toglie, ci dà e ci toglie, mentre noi ci dibattiamo nella natura selvaggia?" .... la risposta di Eowyn Ivey è NO.... un NO poetico.... ma pur sempre No.
Però del resto come dice Esther " Noi non sappiamo mai cosa succederà?..... ma è questo il bello, non sapere dove andremo a finire o come ce la caveremo. E' tutto un mistero e quando affermiamo il contrario stiamo solo mentendo a noi stessi"
Un gulu gulo.... una spedie di altro protagonista del romanzo... preso da qui

A mio avviso questo romanzo è davvero scritto bene, soprattutto nei passi in cui l'autrice descrive la meravigliosa natura della Sua Alaska. Non trovo, come dicono in molti, che la terza parte stoni con il romanzo, anzi.... 
Il sito dell'autrice : http://www.eowynivey.com/bio.shtml

1 commento:

  1. Uhmmmm... interessante!!!

    Mi ero persa il post sui dolci e la semplicità... concetto che sposo in pieno. Poi la tua torta era comunque bellissima, oltre che, sicuramente, buonissima ;-)

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