lunedì 23 febbraio 2009

L'uomo che guardava passare i treni

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"Dunque non sono ne' pazzo ne' maniaco! Solo che a quarant'anni ho deciso di vivere come più mi garba, senza curarmi delle convenzioni ne' delle leggi, perchè ho scoperto un po' tardi che nessuno le osserva e che finora sono stato gabbato. Non so quel che farò, ..............Dipenderà dai miei desideri. A dispetto di ogni opinione, sono un uomo pacifico. Se un domani incontrassi una donna che ne sia degna, potrei anche sposarla, e non si sentirebbe più parlare di me. Ma se invece mi si esasperasse e se prendessi gusto a una lotta all'ultimo sangue, penso che nulla mi fermerebbe. Per quarant'anni mi sono annoiato ho guardato la vita come quel poverello che con il naso appiccicato alla vetrina di una pasticceria guarda gli altri mangiare i dolci. Adesso so che i dolci sono di coloro che si danno da fare per prenderli"
Il mio commento su anobii:

Veramente un romanzo intensissimo, una storia che va al di là dei fatti narrati e che fa profondamente riflettere. Durante la lettura l'ho spesso definito come una sorta di "Fu Mattia Pascal Noir". Il protagonista si è costruito una maschera, un'identità per sopravvivere alla sua quotidianità. Una serie di eventi distruggono questa maschera e così Kees Popinga decide di vivere libero dagli schemi mentali adottati fin ora e di giocare la partita a scacchi con la vita. Tutto però si rivela inutile, perchè anche così gli altri gli cuciono adosso nuovi epiteti fissi, nuove etichette, nuove personalità. Alla fine restano ben poche possibilità per sopravvivere.... una di queste è la strada della "finta"o presunta pazzia... Un romanzo davvero pirandelliano!!!

Continuo a divorare un libro dopo l'altro... credo ormai di essere definitivamente drogata dalla letturatura... non ne posso più fare a meno!

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