venerdì 5 dicembre 2008

All work and no play makes Francesca a dull girl

Quando si è piccoli si collezionano sogni nel cassetto. Mille volte in una giornata si pronunciano le fatidiche frasi "quando sarò grande farò..." o "quando sarò grande diventerò..." Poi improvvisamente ci si ritrova adulti, molti di quei desideri si dimenticano perchè la vita ci fa percorrere strade diverse, perchè la realtà è ben lontana dal sogno, bisogna "arrivare alla fine del mese" e per realizzare certe cose ci vogliono tempo e sacrifici, ci vuole coraggio e, spesso rapiti dalla quotidianità e dalle proprie responsabilità, si capisce di non possedere ne'  tempo, ne' forza e soprattutto che con il coraggio si corrono troppi rischi.  Così ci si appiattisce e tutto quello che si voleva fare di professione si riduce ad un timido hobby variegato e dispersivo.
Io sono sempre stata una bambina "passionale", nel senso che se un qualcosa mi piaceva, mi ci lasciavo trasportare anima e corpo e in cinque minuti costruivo splendidi castelli in aria, dalle tinte dorate e pastello, dove già mi vedevo adulta, felice e appagata dalla mia professionalità. Il guaio è stato forse che di passioni ne ho avute veramente tante... e alla fine non mi sono mai concentrata su nessuna di esse. Con le bambole per esempio difficilmente giocavo alla mamma o ero il loro dottore o la maestra, da qui il sogno di salvare il mondo dalle malattie e alfabetizzare l'intero pianeta. Poi nel periodo adolescenziale romantico ho ipotizzato un futuro da scrittice, una specie di Jo delle Piccole Donne. L'insegnamento rimaneva tra le mie priorità, affascinata dal ruolo delle istitutrici ottocentesche. Poi è stata la volta degli archivi polverosi dove avrei scoperto affascinanti misteri storici e sociali e fortunatamente ho anche avuto la fortuna di riuscirci per un po' .... anche se non ho avuto grosse rivelazioni. Ma il guaio è che ancora oggi m'immagino rivestire mille nuovi  ruoli e mi vedo ad inventarmi svariate professionalità. Talvolta mi vedo nelle vesti di fotografa, a volte d'informatica togli virus e ripristina sistemi operativi, a volte di ricercatrice di libri perduti.(Stile Johnny Deep nella Nona Porta), a volte creatrice di dolci speciali per locali o rosticcera ligure doc ... arrivo perfino ad immaginarmi come etologa immersa in un fiumiciattolo ad osservare il comportamento delle anatre (stile Lorenz). Vorrei sempre scrivere una magnifica saga (stile Troisi) oppure un romanzo sulla biografia di mio nonno (direte voi e chi era tuo nonno? Cosa c'entra..... Chi erano Renzo e Lucia?).
Devo concentrarmi, devo assolutamente concentrarmi su qualcosa e creare, perchè sto veramente bene solo se la mia mente è creativa e sogna, se risolve enigmi, se ricerca e spesso questo mi da ancora più soddisfazione se rivolto ad aiutare gli altri, anche se questi nemmeno ti ringraziano.
Mi viene in mente una scena di Shining. Nella versione italiana Kubrick ha scelto "Il mattino ha l'oro in bocca" come frase ossessiva di Jack ormai impazzito e incapace di scrivere il suo romanzo, in realtà nella versione originale le parole erano ben diverse e citavano un vecchio proverbio inglese ovvero "All work and no play makes Jack a dull boy" .... tradotto letteralmente "Solo lavoro e nessun divertimento fa di Jack un ragazzo indolente" . ... ebbene se io non trovo presto una realizzazione hobbystica intensa e non dispersiva potrei ritrovarmi a lanciare palline da tennis contro i muri!!!!!!!!

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