lunedì 21 agosto 2006

PANISMO

Si definisce panismo, in qualsiasi forma d'arte, un atteggiamento improntato ad esaltazione della natura. Il panismo è legato al panico, il turbamento che l'uomo prova dinnanzi alla maestosità della natura, natura spesso intrisa anche di un senso divino o assimilabile con la divinità stessa  (Pan). Il panismo volendo può essere anche un po' sinonimo di quel senso del sublime kantiano di cui parlavo nel post di Triora il 28 Luglio. La natura così bella, grande e potente che fa paura all'umile uomo. Nella mia mente però vedo il senso del sublime quasi come un agorafobia in senso buono... una paura dello spazio aperto, di un paesaggio a perdita d'occhio o enormemente suggestivo come un cielo scuro e stellato, l'orrizzonte scrutato in un giorno di sereno, un monte rivestito di grandi alberi. Invece ho sempre considerato il panismo paura di essere risucchiati dalla natura, di entrare a far parte di essa, rimanerne inglobati. Quale poesia meglio della "pioggia nel pineto" di D'Annunzio rese l'idea del panismo (piove sui nostri volti silvani, piove su le nostre nostre mani...)??? In essa due amanti (il poeta ed Ermione)
vengono sorpresi da un'improvvisa pioggia estiva e verso dopo verso i loro corpi subiscono una metamorfosi (almeno linguistica) in forme vegetali. Ebbene io adoro il panismo e il senso del sublime, faranno anche paura, ma personalmente mi mandano in uno stato estatico, mistico ed energetico.
 In questo week end sono stata nei boschi per funghi ed entrando nella natura ho dimenticato tutto quanto di brutto mi attanagliava il cuore. Ho ammirato tracce di animali (compreso un albero scorticato da grandi unghie), ho udito suoni meravigliosi (canti melodiosi di uccelli, i martellamenti dei picchi, l'urlo del falco, il rumore delle fronde di alberi maestosi mossi dal vento, il gorgoglio dei ruscelli), ho osservato una cinquantina di tipi di funghi diversi, ho annusato l'inebriante e appiccicosa resina di pino, ho respirato il profumo della terra. Questa natura così bella è stata anche generosa offrendoci porcini, nocciole e more. Non c'è nulla da temere ad abbandonarsi a lei, grande Madre di tutti noi... ma all'Uomo susciterà sempre paura perchè questa madre non dimenticherà mai di ricordare ai suoi figli quanto in realtà essi sono piccoli e impotenti e l'uomo testardo non capirà mai questa lezione credendo di poterla ingabbiare e piegare e distruggere, mancando di ogni forma di rispetto e umiltà.  Ma Essa non è una cristiana madre pietosa... ma una grande forza primordiale e primo o poi ci farà capire, c'impartirà la punizione che meritiamo anche a costo di autodistruggersi. Se  perirà lei infatti moriremo noi, non dovremo mai dimenticarlo.

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